Da sempre amo la fotografia quale mezzo per congelare ricordi di avvenimenti, esperienze, persone e luoghi cari ma solo dopo aver affidato il mio percorso al maestro Alberto Terrile è diventata il mezzo di espressione più rappresentativo di me e del mondo che mi circonda, perché da lui ho appreso non soltanto i fondamenti tecnici ma anche e soprattutto gusto, consapevolezza, entusiasmo, amore per l’immagine e ciò che essa rappresenta.
Col tempo ho scelto di concentrare le mie energie sulla fotografia di scena, che mi permette di fondere la passione per la musica, la danza e il teatro con quella per l’arte fotografica.
Ogni performance è irripetibile e costituisce una grande sfida: coglierne l’unicità, cristallizzare gesti, espressioni, situazioni che si manifestano all’improvviso e altrettanto velocemente svaniscono.
Prediligo inquadrature strette, primi piani, dettagli per entrare maggiormente nella scena, per stabilire un contatto con i suoi protagonisti, per analizzarne i gesti e isolarli dal contesto.
Allo stesso modo il ritratto mi consente di creare un legame – seppur talvolta effimero – con chi si dona al mio obbiettivo.
In fondo la fotografia è questo per me: comunicazione, sensibilità, empatia, espressione.